phosphorus

FOSFORO (P)

Simbolo: P
Disponibilità: disponibile per le piante come ioni fosfato (HP042-, H2PO4).

Funzioni del fosforo

phosphorus

È essenziale nella fotosintesi e nella respirazione, dove svolge un ruolo fondamentale nell'accumulo e nel trasferimento dell’energia.

phosphorus

Svolge un ruolo importante nella formazione delle nuove cellule; quindi, incoraggia la crescita precoce delle piante ed è richiesto in grandi quantità nei tessuti giovani come i germogli e gli apici radicali.

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È un componente indispensabile degli acidi nucleici DNA e RNA, depositari dell'informazione genetica.

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Aiuta lo sviluppo delle radici, l'inizio della fioritura e lo sviluppo di semi e frutti.

Il fosforo è uno dei nutrienti essenziali per la crescita delle piante ed è necessario un apporto adeguato di P per una crescita e una riproduzione ottimali. Il fosforo rientra nella categoria dei macronutrienti, il che significa che è richiesto dalle colture in quantità relativamente elevate e di conseguenza è spesso carente per un’ottimale produzione agricola. Il fabbisogno di fosforo da parte delle piante è inferiore rispetto all’azoto; il P rappresenta lo 0,2-1,0% della s.s. La maggior parte di esso si accumula negli organi riproduttivi e, negli organi, dove i processi di sintesi della biomassa sono intensi.

Il fosforo si trova nei suoli sia in forma organica che in forma inorganica (minerale) e la sua solubilità, nel suolo, è bassa. I composti del fosforo che sono presenti nel suolo sono per lo più determinati dal pH e dalla tipologia e quantità di minerali. I composti minerali del fosforo contengono solitamente alluminio, ferro, manganese e calcio. Nei terreni acidi il fosforo tende a reagire con alluminio, ferro e manganese, mentre nei terreni alcalini la fissazione predominante è con il calcio. L’intervallo di pH ottimale per la massima disponibilità del fosforo è 6-7, quando si verifica l’equilibrio tra il fosforo in fase solida e il fosforo nella soluzione circolante del suolo. Le radici delle piante assorbono il fosforo dalla soluzione circolante del terreno. Rispetto ad altri macronutrienti, la concentrazione di fosforo nella soluzione del suolo è molto più bassa e varia da 0,001 mg/l a 1 mg/l. Quando le radici delle piante rimuovono il fosforo dalla soluzione circolante, parte del fosforo adsorbito alla fase solida viene rilasciato nella soluzione circolante per mantenere l’equilibrio. In generale, le piante assorbono il fosforo sotto forma di ione ortofosfato: HPO4-2 o H2PO4. La proporzione in cui queste due forme vengono assorbite è determinata dal pH del suolo, quando il pH è più alto viene assorbita maggiormente la forma H2PO4.

La mobilità del fosforo nel suolo è molto limitata e quindi le radici delle piante possono assorbire fosforo solo nelle loro immediate vicinanze. Poiché la concentrazione di fosforo nella soluzione del suolo è bassa, le piante utilizzano per lo più un assorbimento attivo contro il gradiente di concentrazione (cioè la concentrazione di fosforo è maggiore nelle radici rispetto alla soluzione esterna del suolo).

Una volta all’interno della radice della pianta, il P può essere immagazzinato nella radice o trasportato nelle porzioni superiori della pianta. Attraverso varie reazioni chimiche, viene incorporato in composti organici, inclusi gli acidi nucleici (DNA e RNA), le fosfoproteine, i fosfolipidi, gli zuccheri, gli enzimi e alcune molecole contenti fosforo che trasferiscono l’energia. Sia all’interno di queste molecole organiche, sia come ione fosfato il P viene trasportato in tutta la pianta, dove è disponibile per ulteriori reazioni. Il fosforo svolge un ruolo fondamentale in quasi tutti i processi vegetali che comportano il trasferimento di energia.

Il fosforo è essenziale nella fotosintesi e nella respirazione, dove svolge un ruolo importante nell’accumulo e nel trasferimento di energia. È un componente indispensabile delle strutture degli acidi nucleici, DNA e RNA, che contengono l’informazione genetica. Un adeguato apporto di P è essenziale per la formazione di nuove cellule e per il trasferimento del codice genetico da una cellula all’altra durante la divisione cellulare.

Il fosforo è anche un componente della fitina, una delle principali forme di immagazzinamento del P nei semi. Circa il 50 percento del P totale nei semi delle leguminose e dal 60 al 70 percento nelle cariossidi dei cereali viene immagazzinato come fitina o composti strettamente correlati.

Una fornitura inadeguata di P può ridurre le dimensioni, il numero di semi e la vitalità dei semi.

I semi hanno la più alta concentrazione di P in una pianta matura e il P è richiesto in grandi quantità nelle cellule giovani, come i germogli e gli apici delle radici, dove il metabolismo è elevato e la divisione cellulare è rapida. Il P aiuta lo sviluppo delle radici, l’inizio della fioritura e lo sviluppo di semi e frutti.

Un adeguata disponibilità di fosforo consente ai processi sopra descritti di operare a ritmi ottimali e la crescita e lo sviluppo della pianta procedono a un ritmo normale. Il P è necessario in grandi quantità durante le prime fasi della divisione cellulare e quando è limitante, inizialmente si verifica una crescita lenta, debole e stentata. Vi è una riduzione dell’espansione e della superficie fogliare, nonché del numero di foglie. Anche la crescita delle radici è ridotta dalla carenza di P, portando a una minore biomassa radicale a disposizione per raggiungere l’acqua e le sostanze nutritive. Il P è relativamente mobile nelle piante e può essere trasferito in siti di nuova crescita, causando la comparsa di una colorazione scura a verde-bluastra sulle foglie più vecchie di alcune piante. In caso di grave carenza, possono le foglie e gli steli possono assumere una colorazione rosso porpora. Altri effetti della carenza di P sulla crescita delle piante includono maturazione ritardata e scarso sviluppo di semi e frutti.

Il fosforo (P) è il secondo nutriente limitante e necessario per la crescita e lo sviluppo delle piante, dopo l’azoto. È relativamente immobile nel terreno e la sua disponibilità dipende da diversi fattori, come ad esempio:

  • Tessitura del suolo: i terreni argillosi adsorbono più P rispetto a quelli con meno argilla.
  • Contenuto di calcare: più è elevato il contenuto di calcare nel suolo, più P si lega in composti di fosfato di calcio che sono molto poco solubili e non prontamente disponibili per l’assorbimento da parte delle piante.
  • Temperatura del suolo: la bassa temperatura del suolo riduce la disponibilità di P rallentandone il movimento verso la radice e riducendo la mineralizzazione della materia organica che rende disponibile fosforo inorganico.

I fertilizzanti organici sono un’ottima fonte di P per le produzioni vegetali grazie all’alto contenuto di fosforo organico che non è soggetto a problemi di insolubilità. Il P nei suoli può esistere in molte forme inorganiche e organiche che non sono disponibili per l’assorbimento da parte delle piante, ma specifici microrganismi svolgono un ruolo critico per la solubilizzazione delle forme di P recalcitranti presenti nei suoli. I batteri solubilizzanti il fosfato (Phosphate solubilizing bacteria – PSB) sono molto importanti per la nutrizione delle piante in agricoltura e svolgono un ruolo fondamentale nel rendere disponibile il fosforo per l’assorbimento delle piante. Il principale meccanismo per la solubilizzazione del P nel suolo è l’abbassamento del pH, mediante la produzione microbica di acidi organici. Inoltre, i funghi micorrizici, che sviluppano una relazione simbiotica con le radici delle piante ed estendono le loro ife filiformi nel terreno, possono aumentare l’assorbimento del fosforo, specialmente nei terreni acidi a basso contenuto di fosforo. Per raggiungere l’obiettivo di un’agricoltura sostenibile, l’applicazione di microrganismi in grado di solubilizzare il fosforo rappresenta un nuovo approccio in grado, allo stesso tempo, di migliorare la qualità del suolo e l’assorbimento di fosforo.

L’efficienza d’uso dei fertilizzanti a base di fosforo nei terreni agricoli può essere migliorata o ridotta dalle scelte del produttore sul timing, la dose e la frequenza di applicazione. Una corretta gestione dei fertilizzanti a base di fosforo e del suolo è essenziale per evitare che il fosforo agricolo influisca negativamente sulla qualità dell’acqua.

Apportare un eccesso di P attraverso i fertilizzanti, con quantità dell’elemento superiori alle reali esigenze della coltura non è sensato sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista economico. Non vi è alcuna giustificazione agronomica nell’incrementare il livello di P oltre a quella che il quantitativo sufficiente per un’ottimale crescita e sviluppo delle colture. Pertanto, una volta raggiunti i livelli di sufficienza colturale nel terreno, le applicazioni di P dovrebbero essere effettuate solo tenendo in considerazione delle analisi del terreno. Inoltre, l’applicazione della giusta fonte di fosforo e delle migliori pratiche di gestione della fertilizzazione è essenziale per rispettare i moderni standard per un’agricoltura più sostenibile.

Il fosforo è il secondo nutriente limitante la crescita e lo sviluppo delle piante, dopo l’azoto. Un’adeguata fornitura di P è necessaria per una crescita e una riproduzione ottimali.

Sintomi di carenza

  • Crescita lenta, debole e stentata.
  • Riduzione dell’espansione fogliare, della superficie fogliare e del numero di foglie
  • Crescita radicale limitata e riduzione della biomassa a livello delle radici
  • Colorazione scura, verde-bluastro sulle foglie più vecchie di alcune piante. In caso di grave carenza, possono gli steli e le foglie possono diventare di colore rosso porpora.
  • Maturazione ritardata e scarso sviluppo di semi e frutti.

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