Melo

Il melo è oggi una delle piante da frutto più importanti al mondo, sia dal punto di vista economico sia culturale. L’effettiva origine del melo non è nota, è probabile che il melo sia originario del Kazakistan, nell’Asia centrale a est del Mar Caspio. L’ex capitale del Kazakistan, Alma-Ata, significa infatti “piena di mele”. Già nel 1500 a.C. i semi del melo erano arrivati in tutta Europa; Greci, Etruschi e Romani coltivavano il melo. Proprio a questi ultimi, va il merito, durante i primi secoli dell’era cristiana, di aver portato semi e alberi di melo nelle isole britanniche. Il melo arrivò anche in America con i primi coloni degli Stati Uniti che portarono con sé alcuni semi. Oggi il melo viene coltivato in tutte le zone temperate. Il principale paese produttore è la Cina, seguita dagli Stati Uniti. Tra i paesi dell’emisfero settentrionale seguono Turchia, Polonia, Italia e India mentre nell’emisfero meridionale il maggior produttore è il Cile.

Il melo è una pianta arborea di dimensioni medio-elevate che può raggiungere l’altezza di 8-10 metri, tuttavia con l’utilizzo di portainnesti nanizzanti, nelle moderne coltivazioni, si ha una marcata riduzione delle dimensioni dell’albero intorno ai 2 m. La dimensione dell’albero dipende fortemente anche dal sistema allevamento.

Il melo presenta radici striscianti e poco profonde, le foglie sono alterne, ellittiche, con margini seghettati, di colore verde scuro con una leggera pubescenza nella pagina inferiore. Le gemme si manifestano sia come gemme a legno che miste (gemme che originano sia rami o foglie sia fiori e successivamente frutti).

I fiori sono bianchi con sfumature rosa, riuniti in un’infiorescenza detta corimbo composta da 4-9 fiori. Il fiore centrale del corimbo, denominato “King flower”, si apre per primo e ha la capacità di produrre un frutto di maggiore pezzatura. Il frutto è un pomo ed è considerato un falso frutto. La parte considerata commestibile deriva dall’ingrossamento del ricettacolo fiorale, non dall’ovaio. Può essere di colore e dimensioni diverse a seconda delle varietà. Il colore della buccia o epidermide, nei frutti maturi, può essere verde, giallo, rosso o bicolore; il colore della polpa varia dal bianco al bianco verdastro, bianco crema e giallastro. I semi sono relativamente piccoli e neri e leggermente velenosi.

La maggior parte delle cultivar sono commercialmente autoincompatibili e quindi richiedono l’impollinazione incrociata entomofila. L’impianto di un meleto deve prevedere la messa a dimora di piante appartenenti a diverse cultivar, di cui almeno una sia un buon impollinatore. In particolare, dovrebbe produrre una fioritura piuttosto lunga, contemporanea o leggermente anticipata rispetto alla cultivar da impollinare.

Il ciclo annuale del melo comprende diverse fasi fenologiche. Il melo richiede un considerevole periodo di dormienza, dopodiché con temperature più calde le gemme si aprono per iniziare lo sviluppo delle foglie. Il ciclo di fruttificazione inizia con l’induzione del fiore, prosegue con la fioritura, l’allegagione, lo sviluppo dei frutti e si conclude con la maturazione.

Il melo è una pianta che ha un elevato fabbisogno di freddo (vernalizzazione), prospera in zone aventi un sufficiente periodo invernale, generalmente dai 30° ai 60° di latitudine, sia a nord che a sud. Questo fabbisogno di freddo è generalmente definito come il numero di ore all’anno in cui la temperatura dovrebbe essere inferiore a 7°C (45°F), ma sopra lo zero. Si ritiene che i periodi in cui la temperatura è sostanzialmente sotto lo zero non siano utili per contare le ore di freddo come il periodo in cui la temperatura è appena sopra lo zero. La maggior parte delle varietà di melo ha un fabbisogno di freddo di circa 1.000 ore o più.

Il melo resiste a temperature invernali inferiori a 10-15 °C (50-59 °F). Temperature superiori a 30 °C (86 °F) sono tollerate con difficoltà. Predilige terreni da subacidi ad alcalini, fino a valori di pH di 7-8, ha una maggiore resistenza al calcare attivo rispetto alla vite e una media tolleranza alla salinità. I terreni per essere adatti alla coltivazione del melo devono essere ben drenati e fertili. La profondità del terreno non è un parametro molto importante anche perché si utilizzano portainnesti nanizzanti, con radici superficiali.

La concimazione è probabilmente il fattore più importante per ottenere un buon livello di produzione di un frutteto e può essere controllata attraverso un adeguato piano di concimazione. L’apporto di macro e micronutrienti, sia a livello dell’apparato radicale che a livello della chioma dei meli, ha molteplici scopi: favorire la precoce entrata in produzione, migliorare le produzioni dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, mantenere costanti questi parametri negli anni di produzione dell’impianto, rendere sostenibile la gestione del meleto nel rispetto delle condizioni ambientali.

Le quantità di nutrienti asportate dal frutteto cambiano in funzione del genotipo, dell’età dell’impianto, dello sviluppo vegetativo, delle condizioni pedo-climatiche, della produttività e della tecnica frutticola impiegata.

L’azoto è il nutriente più utilizzato dagli alberi da frutto e di solito è il primo elemento da considerare in un piano di concimazione del frutteto, poiché la crescita dei germogli dipende fortemente dal contenuto di azoto. Le applicazioni annuali di azoto sono necessarie per mantenere sufficienti riserve di azoto nell’albero.  Il melo è una specie in grado di rimobilizzare in primavera considerevoli quantità di riserve azotate precedentemente accumulate nelle radici, negli organi legnosi e nelle gemme. Dopo la caduta dei petali e in corrispondenza con l’inizio del rapido accrescimento dei germogli, aumenta la quantità di azoto assorbito dall’apparato radicale per poi calare successivamente, al momento della fioritura. La dose di N da apportare viene calcolata sulla base delle asportazioni dei frutti, a loro volta funzione delle rese attese e della concentrazione di nutrienti dei frutti e in funzione della disponibilità di azoto in forma minerale nel suolo.

Il fosforo viene asportato in misura molto ridotta rispetto all’azoto e al potassio. L’apporto del fosforo dovrà essere effettuato in particolare all’inizio dell’attività vegetativa; in questa fase, la presenza di adeguati livelli di P in corrispondenza dell’apparato radicale, incrementa l’accrescimento delle giovani radichette, migliora l’assimilazione di altri nutrienti, favorisce lo sviluppo delle foglie e migliora la nutrizione degli organi riproduttivi.

Il potassio è di fondamentale importanza per il melo, non solo per la crescita e lo sviluppo degli alberi, ma anche per le dimensioni e la qualità dei frutti. La richiesta di potassio da parte della pianta varia durante le diverse fasi fenologiche. La domanda di potassio raggiunge il picco durante la maturazione dei frutti caratterizzati da una concentrazione di potassio relativamente alta paragonabile a quella delle foglie. Il metodo principale per fornire potassio alle piante è l’applicazione di concimi al suolo, per aumentare l’assorbimento del potassio da parte delle radici. Durante la maturazione dei frutti, l’applicazione di concimi fogliari a base di Potassio può aumentare il contenuto zuccherino e in particolare sulla varietà di melo a buccia rossa, può intensificare il colore soprattutto se l’azione nutritiva è legata ad un’azione biostimolante.

Altri elementi nutritivi molto importanti per la crescita e lo sviluppo del melo sono:

  • Calcio: è un elemento molto importante per la qualità del frutto: migliora la consistenza della polpa e riduce la suscettibilità a varie fisiopatie, come la butteratura amara.
  • Magnesio: l’apporto di magnesio è molto importante negli anni di elevata carica produttiva.
  • Ferro: nelle piante allevate su terreni calcarei può manifestarsi clorosi ferrica (carenza di ferro), penalizzando la produttività della coltura.

La coltura beneficia inoltre dell’applicazione di prodotti ad azione biostimolante per migliorare la disponibilità di nutrienti nel suolo, aumentare la resa dal punto di vista quantitativo e qualitativo e ridurre l’impatto negativo degli stress climatici. L’applicazione di biostimolanti aumenta la sostenibilità ambientale ed economica del sistema produttivo.

Esempio di Piano di concimazione

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Dormienza

Improve soil fertility (chemical, physical and biological)
Migliora la fertilità del suolo (chimica, fisica, bioloica)

Schiusura gemme

Nutritional action and increase the endogenous resistance to disease and abiotic stress
Azione nutritiva e aumento della resistenza endogena allo stress abiotico.
Apple_stages_green_bud

Bottoni verdi

Nutritional action and increase the endogenous resistance to disease and abiotic stress
Azione nutritiva e aumento della resistenza endogena allo stress abiotico.
Prevent/cure iron deficiency
Previene e cura la carenza di ferro.
Increase tolerance to abiotic stress
Aumenta la resistenza aglli stess abiotici.
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Bottoni rosa

Increase tolerance to abiotic stress
Aumenta la resistenza aglli stess abiotici.
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Fioritura

Previene e cura la carenza di magnesio.
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Fruttificazione

Prevent bitter pit
Previene la butteratura amara.
Increase tolerance to abiotic stress
Aumenta la resistenza agli stress abiotici.
Increase the Calcium content
Aumenta la resa.
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Maturazione

Prevent bitter pit
Previene la butteratura amara.
Aumenta il contenuto zuccherino e sulle cv a buccia rossa, intensifica il colore.
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Post-raccolta

Crea una riserva di micronutrienti per l'anno successivo.
Set aside micronutrients and Nitrogen for the new year
Crea una riserva di azoto per l'anno successivo.

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VANTAGGI

La fertilizzazione organica apporta al suolo sostanza organica e nutrienti essenziali per la crescita e lo sviluppo delle piante. Permette di ridurre la necessità dell'applicazione ripetuta di fertilizzanti chimici per mantenere la fertilità del suolo.
Per questo motivo è importante utilizzare concimi organici, in grado di migliorare la fertilità fisica, chimica e biologica del terreno e sostenere la crescita e lo sviluppo delle piante. ITALPOLLINA è la soluzione ideale per la concimazione organica del melo durante il periodo di dormienza. ITALPOLLINA rilascia una grande quantità di sostanza organica che migliora la struttura del suolo e attiva i microrganismi, riducendo il fenomeno della stanchezza del terreno.

La butteratura amara è un disturbo fisiologico causato dalla carenza di calcio nel frutto. Può svilupparsi entro uno o due mesi di frigoconservazione, nonché direttamente in campo prima della raccolta. La butteratura amara si manifesta con la comparsa di grumi di tessuto lesionato e suberificato, posizionati nella polpa del frutto al di sotto della buccia. Provoca lievi depressioni generalmente concentrate all'estremità del calice del frutto. Il tessuto in queste zone depresse è scurito, secco e spugnoso con un sapore amaro. Il calcio ha un ruolo importante nello sviluppo della parete cellulare. Quando il Calcio scarseggia, l'integrità della parete cellulare viene persa, causando questi sintomi che variano leggermente tra le varietà.
Il Calcio è relativamente immobile all'interno delle piante da frutto. Può esserci un’ampia disponibilità di calcio nelle foglie e nel terreno, ma una carenza nel frutto. Per questo motivo è necessario ricorrere all’applicazione di un concime fogliare contenente Calcio. CaNOVA è un concime liquido basato sulla tecnologia KEY+, studiato per prevenire e curare la carenza di calcio. CaNOVA aumenta la quantità di pectato di calcio all'interno dei frutti, e di conseguenza la qualità, la consistenza e la conservabilità post-raccolta dei frutti.

Lo stato nutrizionale delle colture è direttamente coinvolto nella salute delle piante. Alcuni elementi nutritivi e composti organici, come i peptidi vegetali, sono in grado di aumentare la resistenza endogena delle piante e la loro tolleranza nei confronti degli stress abiotici, oggi sempre più frequenti ed aggravati dai cambiamenti climatici. SCUDO è un concime liquido con rame e peptidi vegetali in grado di prevenire e curare la carenza di rame. Aiuta la pianta a superare rapidamente lo stress indotto da squilibri nutrizionali e condizioni ambientali sfavorevoli.

Il potassio è un elemento fondamentale per la qualità dei frutti. In caso di carenza di potassio, la maturazione è problematica e la qualità delle mele è notevolmente ridotta a causa del minore contenuto zuccherino e del colore scadente. La carenza di potassio ha anche effetti dannosi sulla pianta: danni da freddo, minore lignificazione dei germogli, riduzione della fotosintesi (di cui il potassio è promotore), minore efficienza nella gestione dell'acqua. La carenza di potassio può derivare da un basso contenuto dell’elemento nel terreno o da uno scarso assorbimento, ostacolato dalla presenza di ioni antagonisti come calcio e magnesio. In questi casi l'applicazione di MYR POTASSIO è la soluzione ideale per fornire potassio alla pianta in modo rapido ed efficace. MYR POTASSIO nutre le piante e, grazie ai suoi peptidi vegetali, migliora la tolleranza agli stress abiotici (caldo, freddo, siccità, ecc.). L'alto contenuto di potassio migliora la maturazione e la qualità dei frutti.

I microelementi vengono assorbiti dalle piante in quantità ridotte, ma sono comunque indispensabili per raggiungere adeguati livelli quantitativi e qualitativi della produzione agricola. La mancanza di micronutrienti nei suoli è molto comune e la loro disponibilità può essere ostacolata da relazioni antagonistiche tra i nutrienti o dal pH del suolo. La carenza di micronutrienti può influenzare fortemente la produttività delle colture. Fornire micronutrienti è la soluzione per consentire l'espressione del massimo potenziale produttivo delle colture.
KEYLAN Fe, MYR MICRO e MYR MAGNESIO sono soluzioni appositamente studiate per prevenire e curare specifiche carenze di micronutrienti del melo nelle diverse fasi di crescita e sviluppo.

Tutti i coltivatori, convenzionali e biologici, hanno interesse a recuperare il potenziale di rendimento perso a causa degli stress abiotici. È stato dimostrato che in media gli agricoltori possono raccogliere solo il 50% del potenziale di rendimento di una coltura. Il divario di rendimento può essere causato da stress biotici e abiotici con un impatto negativo più forte degli stress abiotici. Gli stress abiotici come temperature estreme, salinità, siccità e stress nutrizionali sono responsabili del 65-75% della riduzione del potenziale di rendimento, mentre lo stress biotico è responsabile solo del 25-35%.
TRAINER possiede una forte azione antistress,
migliora la resistenza delle piante e assicura un rapido riavvio dello sviluppo vegetativo dopo gli eventi di stress.

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